sabato 1 marzo 2008

a better youth

Quando si dice scommettere su qualcosa.


Ti propongono un progetto. Ti mettono sul piatto tutti i vantaggi e i rischi.

Cominci a sgranare gli occhi.

Magari, sì, all'inizio hai accettato per foga, per semplice impulsività.

Forse è vero, sembrano utopici progetti dalla breve durata...


Sciocca te che ci credi...E io ci credo.


Perchè qualcosa forse si smuove. Non lo percepisci all'inizio, ma è così.

E ancora tutti ripetono che i ggiòvani sono quelli che sognano sempre meno. "I
ggiòvani non sono piu' i giovani di una volta: non pensano. Non agiscono. Non si preoccupano. NON LOTTANO." I giovani incoscienti, così li chiamano. Irresponsabili li definiscono. I giovani per cui tutta un'erba è un fascio (e che fascio!)

...Sciocca te che ripeti che non è così. Sciocca te che ci credi. E io ci credo.



Ancora è silente, si muove a passo leggero, senza trombe che squillano, ma C'E'.

Una meglio gioventù esiste. E' quella che si ritrova il pomeriggio in un'aula vuota e PARLA.

La meglio gioventù che scambia idee senza urlare e SI CONFRONTA.

Sono una ventina di persone, forse piu', che sognano in un presente insicuro un FUTURO dignitoso. Sono i giovani come quelli di una volta. Come quelli di domani. SONO GIOVANI E COSCIENTI DI UNA REALTA' DA COSTRUIRE. Pensano e ripensano a soluzioni, a migliorie, a proposte che nascono nella propria piccola realtà scolastica, comunale, cittadina. E DOPO PENSARE, AGISCONO: si alzano in piedi e chiedono dei bagni piu' puliti, delle assemblee piu' coinvolgenti, dei corsi piu' interessanti.


Prendono il nome da un film. La meglio gioventù. Una generazione complessa e contorta, incosciente e irresponsabile per qualcuno. Ma comunque capace di LOTTARE e sopratutto SOGNARE...che sembra un'arte troppo sottovalutata di questi tempi...

perchè?

Per non reagire alla parola politica con disgusto. Per essere consapevoli di cosa stiamo vivendo. Per far diventare la scuola fautrice non solo di educazione didattica, ma capace di fare dei propri giovani dei buoni cittadini di domani.

Chiamateci come volete. Ma almeno chiamateci.