Davanti a una frase del genere sono due le persone che avrebbero potuto dirla. Saint-Exupery e Roald Dahl, e benchè il primo abbia detto una cosa del genere con altre parole, è proprio Dahl che adottò questa frase.
Roald Dahl, un genio nel suo genere.
Imbattuto senza aver fatto una gara.
Ex-straordinarium romanziere per bambini o favolista per adulti.
Perchè non si capisce bene quale fosse in realtà l'unico pubblico.
Rileggendo infatti oggi alcuni dei suoi libri potrei con sorpresa reinterpretare la maggior parte di immagini e emozioni vissuti già a otto anni.

E DIVENNI PIU' GRANDE, QUANDO LESSI IL DIARIO DI VOLO.
Non piu' personaggi strampalati e mostri e bambini e animali. Solo un Roald Dahl nudo e crudo. Un uomo coraggioso e pieno di risorse. Con una vita sconvolgente. Con un passato complesso. Con un futuro sereno.
Fu un ottimo espediente per invogliarmi a leggere. Per imparare a tenere un mano un libro e non sbuffare dopo una pagina.
Favole moderne le sue. Senza morali scritte ma istruttive in maniera anticonformista, smontando i luoghi comuni, insegnando a porsi al mondo con sapiente criticità. Regalando sorrisi senza effetti scenici. Semplicemente scambiando una lettera con un'altra formando colorate e buffe parole. Grande invettiva personale, sempre nuova e autentica creatività. Finali inaspettati e strani con atmosfere sempre minacciose e giudizi finali regolati da originali leggi di contrappasso.
Mi innamorai della schiettezza di uno scrittore pulito, scorrevole, delicato. Apprezzai il suo ottimismo nei confronti delle sofferenze della vita. Ma più di tutto il suo umorismo grottesco che andava di pari passo con le stupende raffigurazioni del suo disegnatore fedele, Quentin Blake.
A volte, leggendo un libro, scrivendo un racconto, immagino che senza la fondamentale presenza di Dahl nella mia formazione, non avrei mai completamente apprezzato l'importanza di leggere, e ancor di più di scrivere...
Io, la piccola Sofia e Roald Dahl, il vero e unico Grande Gigante Gentile...
