aveva fatto da sola, perché doveva essere una specie di periodo di riflessione
prima che discutessero del loro divorzio. Non era servito a niente.
Tutt’e due si erano ben guardati dal riflettere, e stavano ora scoprendo che si
odiavano più che mai.
“La metà” disse energicamente la signora Decker. “Non mi accontenterò di
meno della metà dei soldi e delle proprietà.”
“Ridicolo” disse il signor Decker.
“Davvero? Potrei avere tutto, sai? Mentre ero ad Haiti ho studiato il voodoo, e
mi sarebbe facile.”
“Idiozie” disse il signor Decker.
“Non è vero, e sii contento che sono una brava persona, perché in caso
contrario potrei ucciderti facilmente, se lo volessi. Allora avrei tutti i soldi e tutte
le proprietà, senza temere conseguenze. È impossibile distinguere una morte
causata dal voodoo da un comune collasso cardiaco.”
“Sciocchezze” disse il signor Decker.
“Lo credi davvero? Ho della cera e uno spillone. Dammi qualcuno dei tuoi
capelli e una o due unghie tagliate e ti farò vedere.”
“Assurdo” disse il signor Decker.
“E allora perché hai paura che ci provi? Poiché sono sicura che funziona, ti
farò una proposta: se non morirai, ti concederò il divorzio senza chiederti nulla. Se
morirai, avrò tutto automaticamente.”
“E va bene” disse il signor Decker. “Prendi la cera e uno spillone.” Si guardò
le unghie delle mani “Troppo corte. Ti darò qualche capello.”
Quando tornò con qualche capello raccolto nel coperchio di una scatoletta
d’aspirina, la signora Decker aveva già cominciato a lavorare la cera. Vi incorporò i
capelli e cominciò a modellarla formando una rozza immagine di un essere umano.
“Te ne pentirai” disse, e conficcò lo spillone nel petto della statuetta di cera.
Il signor Decker rimase sorpreso.
Anzi, più che sorpreso, compiaciuto. Non aveva mai creduto al voodoo, ma
essendo un uomo molto prudente non aveva voluto correre rischi.
E poi, l’aveva sempre infastidito che sua moglie pulisse così di rado la sua
spazzola per capelli.
Fredric Brown